«[...] Tra i giovani artisti che vogliono fare pittura (pura), il milanese Iacopo Pesenti, classe 1990, è senz’altro una delle voci più interessanti. Questi lavori rappresentano il progressivo disvelarsi di un nuovo ordine compositivo secondo il quale Pesenti mette a fuoco, con più maturità, i temi che lo hanno caratterizzato fin dall’inizio del suo percorso.Con la libertà di uso degli elementi della storia della pittura tipica del nostro contemporaneo, e la curiosità della sperimentazione che gli viene dall’ambiente del fumetto e dell’illustrazione, Pesenti crea un linguaggio personale che si spinge coraggiosamente fino alle estreme conseguenze formali e cromatiche. Una pittura che prende il sopravvento dello spazio che la ospita, che dunque si può amare o rifuggire.In questo meccanismo pittorico, tutto è sottoposto ad una pressione drammatica accentuata dai colori perentori; una cosmogonia nella quale gli astri in formazione (per collisione) sono le categorie estreme dell’uomo: la razionalità e il sogno, il mondo oggettivo e quello dell’inconscio, ciò che conosciamo e l’elemento alieno, imprevedibile, diverso. In questa antinomia si rappresenta la ricerca dell’identità, il desiderio di mettere in chiaro il caos sensoriale a cui si è sottoposti, di capire il proprio mondo.Il mondo di Pesenti è un mondo sfuggente ed ermetico eppure, indubitabilmente, l’artista ha il coraggio e la capacità di spingere la finzione ad un limpido momento di verità.»
«[...] Tra i giovani artisti che vogliono fare pittura (pura), il milanese Iacopo Pesenti, classe 1990, è senz’altro una delle voci più interessanti. Questi lavori rappresentano il progressivo disvelarsi di un nuovo ordine compositivo secondo il quale Pesenti mette a fuoco, con più maturità, i temi che lo hanno caratterizzato fin dall’inizio del suo percorso.Con la libertà di uso degli elementi della storia della pittura tipica del nostro contemporaneo, e la curiosità della sperimentazione che gli viene dall’ambiente del fumetto e dell’illustrazione, Pesenti crea un linguaggio personale che si spinge coraggiosamente fino alle estreme conseguenze formali e cromatiche. Una pittura che prende il sopravvento dello spazio che la ospita, che dunque si può amare o rifuggire.In questo meccanismo pittorico, tutto è sottoposto ad una pressione drammatica accentuata dai colori perentori; una cosmogonia nella quale gli astri in formazione (per collisione) sono le categorie estreme dell’uomo: la razionalità e il sogno, il mondo oggettivo e quello dell’inconscio, ciò che conosciamo e l’elemento alieno, imprevedibile, diverso. In questa antinomia si rappresenta la ricerca dell’identità, il desiderio di mettere in chiaro il caos sensoriale a cui si è sottoposti, di capire il proprio mondo.Il mondo di Pesenti è un mondo sfuggente ed ermetico eppure, indubitabilmente, l’artista ha il coraggio e la capacità di spingere la finzione ad un limpido momento di verità.»
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