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Behind the Walls - Feni Chulumanco

Behind the Walls - Feni Chulumanco

Gratuito

26 Gennaio 2023 18:00
11 Marzo 2023 19:00
Come arrivare
Corso Plebisciti 12
20129 Milano (Milano)

Behind the Walls - Feni Chulumanco

Behind the Walls
Feni Chulumanco
Opening: 26 gennaio 2023, dalle 18:00 alle 20:30 dal 27 gennaio all'11 marzo 2023
Osart Gallery, Corso Plebisciti 12, 20129 Milano
Osart Gallery è lieta di presentare Behind the Walls, la prima personale italiana dell'artista sudafricano Feni Chulumanco (1994), con un corpus di opere che racchiude temi e valori che hanno già contribuito a regalargli visibilità in patria. Il giovane artista autodidatta racconta una storia di orgoglio e isolamento, dove prova ad evadere dalla sua “zona di s-comfort”, rappresentata visivamente sia dalla teca in vetro nella quale incapsula i suoi soggetti, sia dalle mura dello scenario domestico all'interno del quale ambienta i suoi dipinti. Il contesto casalingo assume quindi una doppia connotazione, dove il ruolo tradizionale di rifugio confortevole e pieno d'amore si contrappone alla sua reale funzione (nel caso dell'esperienza di Chulumanco) di covo, quasi una sorta di stanza antipanico che non permette l'accesso a pericoli o minacce esterni. In questo modo, Chulumanco sceglie di descrivere la sfera privata piuttosto che gettare luce sulle tristi vicende che sono all'ordine del giorno in Sudafrica, regalando agli spettatori un senso di comunione universale e permettendo loro di guardare oltre il muro.
I riferimenti all'infanzia e alla giovinezza dell'artista sono schiaccianti nei suoi dipinti, dove ogni singolo dettaglio si rifà ad un'esperienza, o ad un personaggio chiave della sua crescita personale e artistica. Le ambientazioni domestiche sono infatti ispirate ai ricordi della casa della nonna defunta, a Langa, dove Chulumanco si trasferì molto giovane insieme alla madre e ai fratelli. Tappeti e piante si mescolano così ai soggetti, colti indaffarati con le faccende domestiche o mentre si scambiano gesti di affetto (come in Umthetho Wekhaya), o ancora, intenti a svolgere le più comuni azioni quotidiane (Night Food/Supper).
I soggetti di Chulumanco non hanno volto. Tale caratteristica è a volte ironicamente contrapposta dalla presenza di un autoritratto ghignante appeso al muro delle stanze dove le scene sono ambientate. La mancanza di connotati facciali fa riferimento sia allo stile delle maschere tradizionali dell'Africa occidentale, sia alla rappresentazione della solitudine provata dall'artista, una compagna onnipresente che si incarna nei “grembi vitrei” che cullano e proteggono come fossero una presenza materna, e che nutrono e incoraggiano le proprie creature.
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Osart Gallery Osart Gallery Osart Gallery Osart Gallery è stata fondata nel 2008 da Andrea Sirio Ortolani. Fin dall'inizio ha sviluppato il proprio percorso con una particolare attenzione verso le esperienze artistiche più significative degli anni Sessanta e Settanta, dando spazio ai protagonisti dell'arte concettuale ed esplorando nuovi linguaggi come Body Art, arte cinetica e fotografia. Tra gli altri, ha esposto Dennis Oppenheim, Vito Acconci, Vincenzo Agnetti, Gina Pane, Emilio Prini, Piero Fogliati, Minor White e Aldo Tagliaferro, Magdalo Mussio, oltre ad aver contribuito alla riscoperta critica di Amelia Etlinger. Non ha tralasciato alcune indagini sul colore e la pittura nella seconda metà del XXI secolo, con le mostre dedicate a Claudio Olivieri tra il 2017 e il 2018 e a Phil Sims, Ruth Ann Fredenthal e Winston Roeth nel 2017. Osart ha creato importanti connessioni con numerosi artisti italiani e stranieri, e tra gli artisti rappresentati figurano Vincenzo Agnetti, Amelia Etlinger, Piero Fogliati, Ruth Ann Fredenthal, Claudio Olivieri, Winston Roeth e Phil Sims. Ha prestato opere per esposizioni di carattere museale e collaborato con istituzioni nella promozione degli artisti vicini alla galleria. Ha portato avanti fin dall'inizio una ricerca dedicata all'indagine della scena contemporanea, e ha saputo cogliere precocemente l'importanza, in seguito ratificata dal successo internazionale, di artisti come Titus Kaphar, il cui lavoro era stato esposto in una personale nel 2009, Lynette Yiadom-Boakye e Hayv Kahraman, le cui opere erano state esposte da Osart nel 2010.La galleria sta attualmente esplorando nuovi orizzonti, approfondendo la conoscenza della scena emergente africana. Ha dedicato al tema due mostre: African Textures (2019-2020), con opere di Marlene Steyn, Jeanne Gaigher e Kresiah Mukwazhi, e African Characters (2020), con opere di Kate Gottgens, Kudzanai-Violet Hwami, Neo Matloga, Richard Mudariki and Gareth Nyandoro.La sua programmazione alterna mostre monografiche e collettive che guardano sia ai grandi artisti delle Seconde Avanguardie, sia agli artisti emergenti del panorama internazionale.Nel corso degli anni Osart ha collaborato con vari curatori nell'organizzazione delle mostre e nella redazione dei cataloghi. Tra questi ci sono Daniela Palazzoli, Alberto Zanchetta, Nicolas Ballario, Valerio Dehò, Giorgio Verzotti, e Bruno Corà. Scopri

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