“L’occhio ricorda cose che la mente non ha conosciuto” Emilio Tadini
In occasione del ventennale della morte di Emilio Tadini la Casa Museo Spazio Tadini vi propone un appuntamento mensile a scoprire Tadini a lume di candela a cominciare dal primo week end di marzo con Museo City.
Il 4, 5, 6 marzo alle ore 21 potrete prenotare la visita a cura della responsabile dell’archivio, Melina Scalise, psicologa e studiosa di Tadini e della sua simbologia. La visita si svolge a lume di candela e dura circa un’ora e mezza.
Si tratta di un percorso notturno. Vi farà conoscere le opere di Emilio Tadini e il suo pensiero in particolare riguardo alla luce e all’esperienza visiva. Le prime opere dell’artista erano caratterizzate da una luce “illuminista”, mentre nell’ultimo periodo predomina la luce della candela e la luce della luna.
E’ l’occasione per conoscere il pensiero di un artista del 900 italiano ancora tutto da scoprire, ma anche un nuovo modo di leggere il quadro e analizzare il ruolo della pittura nella visione del mondo attraverso anche spunti tratti da altri artisti che della luce sono stati e sono maestri.
“L’arte ci viene sempre più proposta con effetti speciali: proiezioni, esperienze virtuali, situazioni immersive plurisensoriali, come, per esempio le mostre su Van Gogh e Monet. Guardare oggi le opere a lume di candela potrebbe sembrare un andare contro tendenza, ma è un’occasione di vivere l’opera soprattutto attraverso l’occhio, attraverso il dettaglio, cogliendo il potere “illuminante” dell’opera nella visione del mondo – spiega Melina Scalise – . La lampadina, quel supporto tecnico che oggi ci permette di godere della luce elettrica fu inventato nel 1879. Quindi fino alla fine dell’800 i pittori, i cui capolavori oggi ammiriamo proiettati in dimensioni giganti non avrebbero mai immaginato che ne avremmo fatto quest’uso. Loro li avevano dipinti alla luce naturale, se dipinti all’esterno o a lume di candela. Quanto snatura questo il quadro? E perché ricerchiamo l’immersione di tutto il corpo nell’opera vissuta come “paesaggio”? Certamente i murales sono già l’espressione di un bisogno di cambiamento di visione dell’opera d’arte e e tanto ci sarebbe da raccontare a riguardo”.
La visita si articolerà tra le varie sale del museo. Si svolgerà con la luce delle candele a illuminare le sale, pertanto il percorso sarà parzialmente al buio. Per questa ragione sarà possibile prenotare solo per piccoli gruppi di massimo 12 persone alla volta.
Emilio Tadini (Milano, 1927 - 2002). Pittore, scultore e designer. Scrittore, poeta, saggista e traduttore di importanti autori, come Stendhal, Shakespeare, Pound, Eliot, Céline. Ha condotto trasmissioni per Rai, Radiotelevisione Svizzera e Tele+ e scritto di cultura per Il Corriere della Sera. Tra varie cariche istituzionali ricoperte, è stato Presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Brera. Ha iniziato la sua attività letteraria nel 1947 sulla rivista Il Politecnico di Elio Vittorini e inaugurato la sua prima mostra nel 1960 alla Galleria del Cavallino a Venezia. Invitato alla Biennale di Venezia nel 1978 e nel 1982, la sua ultima retrospettiva si è tenuta a Milano nel 2001 a Palazzo Reale. Oggi, presso l’edificio dove abitava e lavorava è stato aperto un museo permanente a cura di Francesco Tadini e Melina Scalise.
Tel: +39 0226116574; mail: museospaziotadini@gmail.com
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“L’occhio ricorda cose che la mente non ha conosciuto” Emilio Tadini
In occasione del ventennale della morte di Emilio Tadini la Casa Museo Spazio Tadini vi propone un appuntamento mensile a scoprire Tadini a lume di candela a cominciare dal primo week end di marzo con Museo City.
Il 4, 5, 6 marzo alle ore 21 potrete prenotare la visita a cura della responsabile dell’archivio, Melina Scalise, psicologa e studiosa di Tadini e della sua simbologia. La visita si svolge a lume di candela e dura circa un’ora e mezza.
Si tratta di un percorso notturno. Vi farà conoscere le opere di Emilio Tadini e il suo pensiero in particolare riguardo alla luce e all’esperienza visiva. Le prime opere dell’artista erano caratterizzate da una luce “illuminista”, mentre nell’ultimo periodo predomina la luce della candela e la luce della luna.
E’ l’occasione per conoscere il pensiero di un artista del 900 italiano ancora tutto da scoprire, ma anche un nuovo modo di leggere il quadro e analizzare il ruolo della pittura nella visione del mondo attraverso anche spunti tratti da altri artisti che della luce sono stati e sono maestri.
“L’arte ci viene sempre più proposta con effetti speciali: proiezioni, esperienze virtuali, situazioni immersive plurisensoriali, come, per esempio le mostre su Van Gogh e Monet. Guardare oggi le opere a lume di candela potrebbe sembrare un andare contro tendenza, ma è un’occasione di vivere l’opera soprattutto attraverso l’occhio, attraverso il dettaglio, cogliendo il potere “illuminante” dell’opera nella visione del mondo – spiega Melina Scalise – . La lampadina, quel supporto tecnico che oggi ci permette di godere della luce elettrica fu inventato nel 1879. Quindi fino alla fine dell’800 i pittori, i cui capolavori oggi ammiriamo proiettati in dimensioni giganti non avrebbero mai immaginato che ne avremmo fatto quest’uso. Loro li avevano dipinti alla luce naturale, se dipinti all’esterno o a lume di candela. Quanto snatura questo il quadro? E perché ricerchiamo l’immersione di tutto il corpo nell’opera vissuta come “paesaggio”? Certamente i murales sono già l’espressione di un bisogno di cambiamento di visione dell’opera d’arte e e tanto ci sarebbe da raccontare a riguardo”.
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© 2024 E-SOUL S.r.l.
Via Ulisse Gobbi 5 20136 Milano (MI)
P.I. 10014240963 - contact@myshindig.events
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