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When You Lose the Ground Under Your Feet, Will You Stay Here With Me? - Ikeorah Chisom Chi-FADA

When You Lose the Ground Under Your Feet, Will You Stay Here With Me? - Ikeorah Chisom Chi-FADA

Gratuito

04 Maggio 2023 18:00
08 Luglio 2023 19:00
Come arrivare
Osart Gallery, Corso Plebisciti 12
20129 Milano (Milano)

When You Lose the Ground Under Your Feet, Will You Stay Here With Me? - Ikeorah Chisom Chi-FADA

Osart Gallery è lieta di presentare "When You Lose The Ground Under Your Feet, Will You Stay Here With Me?", la prima personale italiana del nigeriano Ikeorah Chisom Chi-FADA, che segna l'inizio della collaborazione tra la galleria e l'artista 23enne. Presentando un corpus di dieci opere inedite, concepite come un viaggio visivo, Chi-FADA punta ad indagare il potere della pittura figurativa come mezzo di narrazione ed espressione di vulnerabilità. Alla base delle opere in mostra vi è il realismo di una collezione di esperienze personali che si intreccia ad un immaginario di resa e narrazione. Il titolo della mostra invita in maniera poetica al mutuo sostegno tra le avversità della vita, mentre i dipinti fungono da rifugio e luogo di riposo. È un appello alla fragilità dell'esistenza umana e della natura effimera della nostra presenza nel mondo.
Intrecciando esperienze personali ad avvenimenti storici, il percorso artistico di Ikeorah Chisom Chi-FADA è chiaramente visibile nell'aura di misticismo che aleggia nelle sue opere. Egli ritrae sapientemente storie personali legate a doppio filo a riferimenti storico-letterari che coinvolgono tanto i soggetti quanto le ambientazioni, immersi in un'atmosfera onirica. Nella serie A Journey Through Timeless Sands (2023), ad esempio, si trovano riferimenti nostalgici (come il manifesto pubblicitario 'Super Blue Omo' nel primo quadro, o l'uniforme militare indossata dalla sorella maggiore nel secondo) che rimandando al terribile regime militare vissuto in Nigeria; l'opera While It All Burns Down (2022) è ispirata al ricordo di un grave incendio avvenuto nell'infanzia, alla sua esperienza di ragazzo Igbo e alle rievocazioni del conflitto del Biafra, alludendo al contempo alla ricerca di spazi sicuri e gesti di intimità durante quei tempi difficili. Una potente rappresentazione ricca di autoreferenzialità si trova anche in When the Night Leads Me Astray (2023), nel quale un ragazzo solitario (lo stesso Chi-FADA) contempla l'infinito, lo sguardo rivolto verso il letto di un fiume, quasi invitando la spettatore in un viaggio alla scoperta del sé e alla ricerca della propria anima, come se l'immagine fosse un portale verso qualsiasi luogo che la mente riesca a concepire come un porto sicuro – una destinazione mentale che conduce alla pace interiore.
La poesia che circonda natura e paesaggi nelle composizioni dei dipinti sono ingredienti fondamentali nella pratica dell'artista. La natura asseconda il disagio che traspare da alcuni
soggetti, quasi circondandoli in un abbraccio materno, o evoca seducenti sensazioni di intimità, con colori vividi e sognanti che si fondono in uno spettacolo mozzafiato, suggerendo un senso di meraviglia e magia (come nelle opere Besides the Still Waters o The Lonely Dance of Harmattan in the Arms of February), laddove natura ed emozioni si intrecciano creando una trama di sensazioni familiari e sconosciute allo stesso tempo. Il risultato è una sinfonia visiva che parla ai recessi dell'animo umano, mentre invita lo spettatore ad immergersi nella bellezza e nel mistero della natura.
Chi-FADA raffigura i suoi soggetti sovrastati da una fiammella, che arde dolcemente sulle loro teste, mentre irradia la sua luce nell'ambiente circostante. Questo elemento, oltre ad essere la cifra stilistica dell'artista, serve a “divinizzare” i suoi soggetti, creando uno spazio che ne onora la presenza attraverso la cultura e il tempo. Inoltre, è un simbolo di forza e resilienza attraverso le difficoltà della vita, di bellezza interiore e grazia che nascono dalla consapevolezza del proprio destino, guardando con piena fiducia al futuro.
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Osart Gallery Osart Gallery Osart Gallery Osart Gallery è stata fondata nel 2008 da Andrea Sirio Ortolani. Fin dall'inizio ha sviluppato il proprio percorso con una particolare attenzione verso le esperienze artistiche più significative degli anni Sessanta e Settanta, dando spazio ai protagonisti dell'arte concettuale ed esplorando nuovi linguaggi come Body Art, arte cinetica e fotografia. Tra gli altri, ha esposto Dennis Oppenheim, Vito Acconci, Vincenzo Agnetti, Gina Pane, Emilio Prini, Piero Fogliati, Minor White e Aldo Tagliaferro, Magdalo Mussio, oltre ad aver contribuito alla riscoperta critica di Amelia Etlinger. Non ha tralasciato alcune indagini sul colore e la pittura nella seconda metà del XXI secolo, con le mostre dedicate a Claudio Olivieri tra il 2017 e il 2018 e a Phil Sims, Ruth Ann Fredenthal e Winston Roeth nel 2017. Osart ha creato importanti connessioni con numerosi artisti italiani e stranieri, e tra gli artisti rappresentati figurano Vincenzo Agnetti, Amelia Etlinger, Piero Fogliati, Ruth Ann Fredenthal, Claudio Olivieri, Winston Roeth e Phil Sims. Ha prestato opere per esposizioni di carattere museale e collaborato con istituzioni nella promozione degli artisti vicini alla galleria. Ha portato avanti fin dall'inizio una ricerca dedicata all'indagine della scena contemporanea, e ha saputo cogliere precocemente l'importanza, in seguito ratificata dal successo internazionale, di artisti come Titus Kaphar, il cui lavoro era stato esposto in una personale nel 2009, Lynette Yiadom-Boakye e Hayv Kahraman, le cui opere erano state esposte da Osart nel 2010.La galleria sta attualmente esplorando nuovi orizzonti, approfondendo la conoscenza della scena emergente africana. Ha dedicato al tema due mostre: African Textures (2019-2020), con opere di Marlene Steyn, Jeanne Gaigher e Kresiah Mukwazhi, e African Characters (2020), con opere di Kate Gottgens, Kudzanai-Violet Hwami, Neo Matloga, Richard Mudariki and Gareth Nyandoro.La sua programmazione alterna mostre monografiche e collettive che guardano sia ai grandi artisti delle Seconde Avanguardie, sia agli artisti emergenti del panorama internazionale.Nel corso degli anni Osart ha collaborato con vari curatori nell'organizzazione delle mostre e nella redazione dei cataloghi. Tra questi ci sono Daniela Palazzoli, Alberto Zanchetta, Nicolas Ballario, Valerio Dehò, Giorgio Verzotti, e Bruno Corà. Scopri

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